La Tribù delle 2 ruote
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La nuova Ducati non sarà a Wrooom

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1La nuova Ducati non sarà a Wrooom Empty La nuova Ducati non sarà a Wrooom Lun Gen 09, 2012 6:50 am

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Bisognerà aspettare ancora qualche settimana per soddisfare la curiosità di vedere la nuova Ducati Desmosedici, che non verrà presentata come di consueto sulle nevi di Madonna di Campiglio a Wrooom, l’evento che coinvolge le squadre corse di Ducati e Ferrari. La possibile mancanza della rossa a due ruote al Grosté era dall’aria da qualche giorno, non è un mistero che a Borgo Panigale si lavori senza sosta per approntare il nuovo prototipo in tempo per i test di Sepang e la scelta di posticiparne il debutto a fine mese non deve prendere di sorpresa.

Era stato lo stesso Filippo Preziosi, a novembre, ad anticipare quali sarebbero stati i tempi: “vedrete la nuova Desmosedici solo in Malesia, sarà quella la moto con cui correranno i nostri piloti la prossima stagione” aveva detto a Valencia. Il prototipo sceso in pista in Spagna lo scorso anno era una moto laboratorio, utile per raccogliere dati e informazioni, ma niente a che vedere con quella che sarà la GP12. Da qui la decisione di non portare sulle Dolomiti quello che sarebbe stato solo un manichino con quasi nessuna parentela con il nuovo prototipo.

Fatto salvo il nuovo telaio perimetrale in alluminio, sarà sotto le carene che si concentreranno le novità più importanti. Se avere abbandonato il monoscocca ha significato trovare una soluzione per riuscire a stravolgere la distribuzione dei pesi della Ducati MotoGP, è molto probabile che durante l’inverno i progettisti abbiano concentrato i proprio sforzi per adeguare il motore alla nuova ciclistica.

Due le strade che potrebbero avere seguito: ruotare il propulsore all’indietro mantenendo la stessa inclinazione tra i cilindri, 90 gradi, oppure progettare un motore totalmente inedito, per la tradizione Ducati, con una V fra i cilindri più stretta. Il risultato da raggiungere, in entrambi i casi, è quello di potere avanzare il propulsore nel telaio, in modo da avere maggior peso, e quindi carico, sull’anteriore.

A potere svelare qualcosa in più sulla Desmosedici versione 2012 nei prossimi giorni potrebbe essere lo stesso Filippo Preziosi che sarà a Madonna di Campiglio, mentre sarà assente il direttore generale di Ducati Claudio Domenicali. Insieme al direttore tecnico, ci saranno naturalmente i due piloti, Valentino Rossi e Nicky Hayden, con l’americano infortunato alla spalla in seguito all’incidente rimediato in allenamento negli ultimi giorni di dicembre.

A mancare sarà solo lei, la compagna dei due ducatisti per la prossima stagione, ma si sa che le primedonne amano farsi attendere e probabilmente, come per ogni moto da corsa che si rispetti, non ci potrebbe essere debutto migliore che quello sull’asfalto di un circuito.

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2La nuova Ducati non sarà a Wrooom Empty Re: La nuova Ducati non sarà a Wrooom Lun Gen 09, 2012 6:52 am

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pretattica Ducati per non svelare la moto 2012 agl'avversari????? Cool
o come dice l'articolo sono "indietro" con il lavoro????

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3La nuova Ducati non sarà a Wrooom Empty Hayden: "Ho voglia di tornare in moto" Lun Gen 09, 2012 6:57 am

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Il pilota americano è arrivato prima di tutti a Madonna di Campiglio. Oggi ha ancora il braccio al collo, ma sogna di guidare prima possibile la nuova D16

Hayden come sempre è il primo ad arrivare.
Il professionalissimo Nicky è già a Madonna di Campiglio, ma viste le sue condizioni fisiche non crediamo di poterlo vedere sciare a breve. L'americano infatti ha un braccio immobilizzato, dopo una caduta prima della fine dell'anno mentre si stava allenando: "Ho deciso di non operarmi e di recuperare senza dover usare placche o viti. Il lavoro di recupero procede bene e non vedo l'ora di salire in moto".

Domanda d'obbligo: ci sarai ai test di Sepang?

"Io e la Ducati ci contiamo parecchio, spero che tutto funzioni, scapola compresa".

Niky se l'è fratturata girando con le moto da flat track in America, ma di chi era la colpa?

"Non ero io ad andare troppo veloce, c'era qualcuno che andava piano...".

Speriamo non succeda anche in pista con le CRT.

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Punti di vista. Annata pessima, se si considerano i risultati ottenuti da Rossi e Ducati in MotoGP. Grande stagione, se si pensa a quelli iscritti a tabellone in Superbike, con la conquista del titolo. Sul mercato, Ducati ha assorbito i due riflessi estraendone comunque il meglio: oltre il venti per cento di crescita, ottanta per cento delle moto destinate all'esportazione, con gli Stati Uniti come primo mercato. Partecipazione alle competizioni come elemento cardine, spina dorsale della strategia aziendale. E Valentino Rossi nel mirino anche per il futuro. Tutti argomenti affrontati da Gabriele Del Torchio, amministratore delegato della Casa di Borgo Panigale, nella prima giornata di incontri con la stampa organizzati a Madonna di Capiglio per Ducati (oggi e domani) e Ferrari (nei due giorni seguenti).

2011, anno straordinario. “Anno straordinario. Siamo cresciuti del 21,5% . Dati consolidati. Abbiamo immatricolato 42.200 moto. L'80 per cento della produzione destinata alla esportazione. Stati Uniti primo mercato, secondo l'Italia, terzo la Germania. In Francia per la prima volta abbiamo venduto più di 4.000 moto. Una politica di sviluppo della rete distributiva e dello stabilimento in estremo oriente ci ha consentito una crescita del'84 per cento in quella parte del mondo. Non abbiamo fatto neanche un'ora di cassa integrazione, abbiamo aumentato il personale e guardiamo con grande serenità al futuro”.

Le ragioni. “Primo: abbiamo avuto il coraggio, negli anni difficili (2008 e 2009) di aumentare gli investimenti per la ricerca e sviluppo invece di tagliarli. Secondo: abbiamo lavorato molto sulle alleanze strategiche (Mercedes, ed altre) che ci aiutano a promuovere il nostro marchio nel mondo. Terzo: visto come andavano le cose in Italia – ed io sono molto dispiaciuto, perché da italiano vorrei che il mio paese uscisse al più presto dalla crisi – abbiamo capito che era meglio prendere la nostra valigetta, girare per il mondo, sviluppare nuovi mercati. Ed è quello che ci ha consentito di chiudere il 2011 in modo molto buono, con grandi prospettive: il 2012, al netto della crisi e delle difficoltà che ci sono in particolare in Europa, sembra aprirsi molto bene”.

Il prodotto. “La Panigale sembra diventata già, nell'immaginario di tutti i nostri clienti, la moto da avere. I clienti delle Supersportive non erano scomparsi, erano là nel bosco, in attesa di qualcosa di nuovo per uscire ed essere di nuovo interessati. E la Panigale li sta interessando. Ma molto bene anche tutti gli altri modelli”

Tailandia. “Lo stabilimento in Tailandia è partito a tempo di record; io ho firmato il contratto nell'ottobre del 2010 e nell'ottobre 2011 sono uscite le prime moto. Ne abbiamo prodotte già 500 – i motori vengono dall'Italia, i componenti vengono dall'Italia, sono assemblate – ma essenzialmente siamo più competitivi non pagando dazi doganali”.

MotoGP: gli obiettivi. “L'obiettivo sarà essere competitivi. Valentino continua ad essere la nostra prima scelta, ci incontreremo e discuteremo, è ancora troppo presto per fare considerazioni, ma direi che l'obiettivo di formare questo binomio con Valentino e Nicky Hayden è confermato in maniera assoluta”.

MotoGP: il 2012. “Sono assolutamente certo che il 2012, nonostante tutte le difficoltà, possa essere un buon anno. Filippo ed i suoi hanno lavorato molto, facendo miracoli: non abbiamo le disponibilità economiche che hanno i nostri grandi concorrenti giapponesi, però l'intelligenza c'è, la voglia di fare c'è, la moto è promettente e vi invito ad ascoltare con grande attenzione Filippo domani”

Competizioni irrinunciabili. “Sono convinto il nostro ruolo di ambasciatori del made in Italy possa essere amplificato da un Valentino Rossi di successo. Sono convinto che le competizioni sportive siano per noi un elemento irrinunciabile. Sappiamo che il mondo è in crisi, che andranno fatte delle economie e razionalizzazioni ma competere è troppo importante per quello che ci porta come tecnologia, visibilità e per alimentare la passione dei ducatisti. Noi, alla fine, non facciamo milioni di moto, ma 42.000 l'anno. Importante che questa passione ai motociclisti continui ad essere alimentata”.

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5La nuova Ducati non sarà a Wrooom Empty Rossi: il titolo con Ducati e poi smetto Mar Gen 10, 2012 4:02 am

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Il primo appuntamento della stagione per Valentino Rossi è sulla neve di Madonna di Campiglio, in attesa delle ben più miti temperature che troverà a fine mese in Malesia. Cappellino giallo e nero di ordinanza in testa e felpa più bianca che rossa, il Dottore si è presentato davanti ai giornalisti col sorriso per rispondere alle prime domande per il 2012. Se qualcuno si aspettava da lui rivelazioni sulla grande assente di questo Wrooom, la nuova Desmosedici, dovrà però aspettare domani: “sarà Filippo Preziosi a parlarvi della nuova moto – ha affermato – io per adesso l’ho vista solo sullo schermo del computer, ma posso dirvi che è bellissima”.

Cosa dobbiamo aspettarci dalla nuova MotoGP marchiata Ducati?

“La moto è cambiata abbastanza, in Ducati hanno fatto un grande sforzo per averla pronta in tempo per il primo test. Non sono preoccupato, sono ottimista e fiducioso. Quando la proveremo capiremo a che punto siamo e se siamo riusciti a smuovere le carte, non mi aspetto che al primo test la moto sia già a posto, ma secondo me sarà abbastanza per capire se abbiamo lavorato bene. Per il 2012 abbiamo organizzato un piano di lavoro più chiaro”.

Nel 2011 invece cosa è successo?

“Lo scorso anno avevamo capito dalle prime prove che la stagione sarebbe stata molto difficile, dopo 3 giri avevo già capito che non avrei potuto vincere la prima gara. Adesso la situazione è completamente diversa, io sto meglio fisicamente e anche se sappiamo che abbiamo ancora bisogno di tempo il gruppo di lavoro è molto affiatato. Provare a vincere la prima gara è un sogno, realisticamente siamo ancora un po’ lontani, ma forse la nuova moto sarà un miracolo”.

Durante la stagione poi cosa è successo?

“Abbiamo cercato di accorciare i tempi, per questo abbiamo portato in pista la GP12 il prima possibile, avevamo visto che con la moto vecchia facevamo un po’ di fatica. Purtroppo abbiamo avuto tanti problemi anche con la nuova e abbiamo incominciato a lavorare per risolverli. Alla fine la moto era un ibrido fra le due, mentre adesso Filippo Preziosi ha progettato una moto completamente nuova”.

Come ti senti a un anno di distanza dal tuo debutto in rosso?

“È tutto molto diverso, dodici mesi fa ero in condizioni fisiche peggiori e con l’umore a terra, adesso invece adesso sono in forma e pronto per il primo test. E’ bello lavorare con Ducati, anche se purtroppo i risultati sono stati minori rispetto alle aspettative si respira una bella atmosfera e ci crediamo tutti”.

Dal 2012 cosa ti aspetti, sarai già pronto a lottare per il titolo?

“Dire adesso che siamo pronti per vincere il campionato è difficile perché il gap nel 2011 è stato abbastanza grande, il nostro obiettivo è quello di risolvere tutti i problemi passo dopo passo e cercare di essere più vicini ai nostri avversari. Quando ci riusciremo potremo concentrarci sugli ultimi dettagli e per puntare alla vittoria. Non voglio togliermi dai giochi prima di iniziare ma bisogna essere realisti, alla fine del campionato la differenza sul giro dai migliori era di circa un secondo e mezzo che bisogna recuperare”.

Qual è il punto su cui vi siete concentrati maggiormente nella definizione della nuova moto?

“In MotoGP la cosa fondamentale per andare forte è riuscire a fare lavorare al meglio le Bridgestone che sono gomme molto particolari, quest’anno non ci siamo riusciti ed è per questo che noi abbiamo sofferto così tanto. Quindi insieme a Filippo abbiamo cercato di pensare a una moto che facesse lavorare le gomme nel modo migliore possibile”.

Bridgestone potrebbe però cambiare le sue coperture questa stagione dopo i problemi evidenziati da più parte la scorsa stagione.

“Non serve che le gomme cambino tanto, basta un pochino, loro sanno come possono aiutare i piloti. Spero che sia Bridgestone che noi lavoreremo nella stessa direzione. Abbiamo solo bisogno di un po’ di aiuto da parte loro, hanno già dimostrato di potere fare i migliori pneumatici del mondo, come nel 2007”.

Questa stagione segnerà anche il ritorno delle 1000, cosa ne pensi?

“Le mille saranno un po’ più divertenti da guidare ma purtroppo saranno più simili alle 800 rispetto alle vecchie 990, ci sono molti più aiuti elettronici e le gomme sono diverse. La moto però va forte e il motore mille è più divertente e facile da guidare, permette di derapare di più e quindi penso sia un passo avanti. Spero inoltre che la cilindrata piena dia una mano anche per i piloti fisicamente più massicci, come me o Hayden, perché con 800 perdevamo tanto dai piloti più leggeri”.

Il tuo contratto con Ducati scade a fine anno, quando incomincerete a incontrarvi per un eventuale rinnovo?

“Penso che ne parleremo durante la stagione, ma non vorrei farlo troppo presto per non rischiare di perdere la concentrazione sul campionato in corso”.

Tutti i top rider sono in scadenza, un tuo ritorno in Honda o in Yamaha nel 2013 è da escludere?

“La situazione del mercato piloti durante la stagione si farà certamente interessante, ma mi sembra poco probabile un mio ritorno su una moto giapponese. Mi piacerebbe cercare di vincere con la Ducati e poi probabilmente smettere, ma non prima di avere corso ancora qualche anno e essermi tolto qualche soddisfazione che ancora mi manca. Diciamo che per adesso vorrei continuare a correre in moto, fare almeno un altro contratto (altri due anni NdR)”.

Quindi la tua voglia di correre è ancora intatta anche dopo tante stagioni nel motomondiale?

“La fame è la stessa di prima, mi sento ancora molto veloce, quello che è cambiato, ma è una cosa naturale, è la mia età, sono ormai uno della vecchia generazione. Ma ho ancora voglia di correre e penso di essere molto competitivo, bisogna solo essere nelle condizioni giuste per dimostrarlo e ci proveremo”.

I tuoi rivali non ti faranno sconti, è ancora possibile dominare un intero campionato come hai fatto in passato?

“Le cose sono cambiate, non è solo un problema della Ducati ma anche mio, mi devo confrontare con avversari molto forti e più giovani. Per me adesso è più difficile fare la differenza e vincere 10 o 11 gare in una stagione come qualche anno fa”.

Anche la Honda ha fatto una grande differenza.

“Lo scorso anno la Honda ha deciso di vincere, ha messo sul piatto un budget che nessun’altro può permettersi e ha fatto una moto incredibile. Penso che questa tecnologia sarà trasferita anche sulla 1000, ma spero che anche Yamaha e noi saremo più competitivi per avere un campionato più bilanciato”.

In pista troverai poi anche i piloti dei CRT, cosa ti aspetti?

“Sarà una stagione importante per capire le potenzialità di queste nuove moto e spero che la differenza nei tempi sul giro con i prototipi non sia troppo grande e che diminuisca nel corso dell’anno. In un mondo perfetto avremmo 24 MotoGP in griglia, ma sfortunatamente ora senza CRT saremmo solo 12 e questo non è possibile per un Mondiale. Le CRT non sono una scelta, ne abbiamo bisogno”.

Il regolamento da questa stagione permette ai piloti ufficiali di prendere parte ai test con molta più libertà rispetto al passato, come cambierà il vostro lavoro?

“L’impegno del test team sarà più o meno lo stesso, con il vantaggio che io e Nicky potremo provare la moto quando sarà importante farlo. Penso che con 18 Gran Premi in una stagione e 8 o 10 giorni per provare la moto si sia raggiunto un bilanciamento corretto”.

Se guardi al futuro vedi le quattro ruote all’orizzonte, visto anche lo sponsor automobilistico di Ducati?

“Il rally è sempre una mia grande passione e a Monza mi sono divertito molto a lottare con Loeb, penso che quando smetterò con le moto farò qualcosa in quel mondo, magari non tutto il campionato ma qualche gara sicuramente. Non ho mai nascosto la mia passione per le auto, nel 2006 ho avuto l’occasione di provare la Mercede DTM ed è una delle macchine più divertenti che abbia mai guidato, mi piacerebbe fare qualche gara ma sono tutti progetti per quando smetterò con le moto. Quest’anno non ho programmi sulle quattro ruote, anche se un giro sul vecchio Nurburgring sarebbe una bella esperienza”.

In inverno vi allenate molto con le moto in fuoristrada, cosa che è costata una frattura sia a Hayden che a Dovizioso. Non è troppo pericoloso?

“E’ il nostro lavoro, abbiamo bisogno di salire in moto per allenarci e migliorare il nostro stile di guida. Quando sali in sella è sempre pericoloso e soprattutto se fai motocross, ma per noi è importante allenarci con quel tipo di moto o anche con il flat track, per migliorare la nostra sensibilità nelle derapate. Bisogna fare attenzione e anche essere fortunati”.

Nelle scorse settimane c’è stata una polemica dopo una dichiarazione di Paolo Simoncelli in cui ha detto che non ti sei più fatto sentire dopo il funerale di Marco. Cosa rispondi?

“Io sono in ottimi rapporti tanto con Paolo che con Kate, la sua fidanzata, che verrà a lavorare nella mia società. Continuo a vedermi con gli amici del Sic e anzi stiamo preparando con Mauro Sanchini un filmato con immagini inedite di quando giravamo alla cava. Penso che in queste situazioni una mezza parola venga usata per fare un titolo, ma secondo me è una polemica che non esiste”.

Ultima domanda, hai fatto progetti per il nuovo anno?

“Da un punto di vista personale spero rimanga tutto com’è adesso. Ma sarà un anno importante per noi, fare delle belle gare è il primo obiettivo”.

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6La nuova Ducati non sarà a Wrooom Empty Hayden: Nel 2011 ero in confusione Mar Gen 10, 2012 4:03 am

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Presente a Wrooom nonostante siano passate solo due settimane dall’infortunio alla spalla rimediato facendo dirt-track, Nicky Hayden ha raccontato le sue impressioni sulla Ducati GP12. Nonostante sia ancora circondata da un alone di mistero – oltre al telaio perimetrale in alluminio, si parla di una ciclistica e distribuzione pesi interamente nuove – è evidente che il nuovo prototipo MotoGP rappresenterà una rivoluzione tecnica per la casa di Borgo Panigale.

Hayden, che non ha provato la GPZero a Valencia per un polso infortunato in gara, è curioso come il resto del pubblico della MotoGP di provare la nuova creatura di Filippo Preziosi. “Sono curioso di provare il nuovo telaio perimetrale – ha detto – Sono in stretto contatto con Filippo Preziosi e i ragazzi a Bologna, ma non ho avuto richieste particolari. Abbiamo identificato i problemi principali e sappiamo in che direzione lavorare”.

I test di Sepang daranno una prima, importante indicazione sulla competitività della Ducati. Nonostante la spalla infortunata, Hayden farà di tutto per essere presente. “Sono passate esattamente 2 settimane dall’infortunio – ha detto – È stato brutto perché mi sono anche rotto 3 costole, ma ora posso fare il lavoro di riabilitazione per provare a esserci all’appuntamento in Malesia. Ho già mancato il test a Valencia, e non voglio perdere altro tempo”.

La motivazione di “Kentucky Kid” deriva anche dall’aver vissuto sulla propria pelle una delle stagioni più difficili nella storia della Ducati in MotoGP, con due soli podi raccolti e nessuna vittoria. In alcune occasioni, i tempi sul giro sono stati addirittura più alti che nel 2010, attirando sulla casa di Borgo Panigale accuse di involuzione tecnica. “Il 2011 è stato un anno difficile, per me e per la squadra – ha ammesso Hayden – L’anno precedente eravamo più vicini al vertice, e ci potevamo concentrare su piccoli dettagli. Quest’anno, a volte, eravamo così lontani che abbiamo provato troppe opzioni per colmare il divario e siamo andati in confusione. Ma non è sempre andata così, in altre occasioni sono anche stato molto più veloce”.

Alla luce dei risultati dello scorso campionato, la Ducati partirà quindi con un handicap rispetto alla concorrenza. “La Honda ha alzato il livello notevolmente la scorsa stagione – ha osservato – Ma sono fiducioso che il divario si ridurrà. Poi sarà importante per noi provare durante la stagione, sfruttando al meglio il cambio nel regolamento. Però non sappiamo ancora il programma esatto dei test 2012, poiché c’è un limite al numero di gomme utilizzabili".

Proprio i pneumatici Bridgestone sono stati spesso bersaglio della critica. Capaci di garantire grande velocità e aderenza in curva, sono però difficili da mandare in temperatura. Il risultato: record di cadute e infortuni in una griglia già scarna di per sé. “L’avere solo due opzioni non è sempre ideale per le condizioni di gara – ha ammesso Hayden – Ma la Bridgestone ha ascoltato i piloti e ha iniziato a portare più opzioni e mescole più morbide dopo metà stagione. In futuro vorremmo avere qualcosa di meno performante ma più adatto ai primi giri e a temperature più fredde, come nei turni di prova mattutini. Non so però se questo si tradurrà in maggior spettacolo”.

A questo proposito, il pilota americano dubita che il ritorno alle 1000 porterà dei cambiamenti radicali. “Rispetto al 2006 le gomme sono molto diverse, e anche l’elettronica ha fatto enormi passi avanti da allora. Non voglio rovinare la festa ai fans che vogliono vedere gomme fumanti e moto di traverso, ma penso che, senza imporre limiti all’elettronica, quei tempi siano passati. Da quello che ho potuto vedere ai test di Valencia, le traiettorie e lo stile di guida assomigliano alle 800. Certo, le 1000 hanno molta più coppia in basso, quindi sarà interessante trovare le giuste regolazioni per l’erogazione e il controllo anti-impennata”.

Hayden ha invece approvato a pieni voti l’avvento delle CRT. “Non so ancora come si tradurrà in pista, ma sono a favore. Più moto e più piloti in griglia fanno bene allo sport. Tutti vorremmo uno schieramento affollato di soli prototipi, ma in questa economia non è possibile. Spero solo che il gap non sia enorme. È importante che dei buoni piloti facciano questa scommessa e sviluppino questo concetto”.

Intanto la Ducati si prepara a Sepang. La prossima settimana, Franco Battaini dovrebbe effettuare uno “shakedown” del nuovo prototipo, con cui farà dei giri anche il campione Superbike Carlos Checa. “È importante per noi avere quanto più feedback possibile – ha detto Hayden – Coinvolgere Checa consentirà di avere il doppio dei dati e proseguire sul percorso di sviluppo stabilito. La Ducati vuole fare una moto più facile, che consenta a molti piloti di andare forte, non solo a uno”.

La filosofia del gioco di squadra vale anche per i piloti ufficiali. “La Ducati è l’unico team con due campioni del mondo. L’anno scorso i risultati non sono stati entusiasmanti, ma l’atmosfera nel box è sempre stata fantastica e ci siamo confrontati tanto con Valentino”.

Almeno fino a quando verrà il momento di abbassare le visiere e spalancare il gas.

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7La nuova Ducati non sarà a Wrooom Empty Preziosi: non sarà la moto di Valentino Mer Gen 11, 2012 8:47 am

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Le nevi si addicono al direttore tecnico Filippo Preziosi, che come il più navigato degli slalomisti riesce a dibblare con grazia ed eleganza le domande più scomode come fossero i paletti in una discesa. Anticipa i quesiti per non farsi cogliere impreparato e sa quando usare l’ironia per non svelare più di quanto voglia. Alle sue parole era affidata la descrizione della nuova Desmosedici, assente a Madonna di Campiglio, ma l’immaginazione è stata messa a dura prova dall’enigmatico ingegnere.

“Giornalisticamente la nuova moto non è molto interessante – si schermisce con un sorriso – visivamente era molto più innovativa la GPZero portata in pista nei test di Valencia. Avrà il telaio perimetrale in alluminio e il forcellone in carbonio, anche la carena sarà esteriormente simile alla vecchia”

SOTTO IL VESTITO CAMBIA TUTTO

Le carene allora cosa nasconderanno?

“Il numero di pezzi nuovi è certamente molto superiore rispetto a quanto visto a Valencia, dove avevamo realizzato una moto utilizzando le vecchie parti per una precisa scelta, quella di capire quali fossero i vantaggi del solo telaio perimetrale tendendo fermo tutto il resto. Sulla nuova moto le uniche componenti in comune con la precedente saranno l’avantreno e il gruppo ruota posteriore. Cambiano telaio, motore, serbatoio, forcellone, tutto per arrivare al risultato che ogni valore ciclistico possa essere regolato intorno al parametro che abbiamo ritenuto fosse più opportuno”.

In che senso?

“Durante la scorsa stagione abbiamo fatto una serie di prove che ci hanno portato a regolare la moto sempre vicino ai valori limite concessi dal progetto. Utilizzavamo sempre le regolazioni più estreme e questo non ci consentiva di andare oltre, dove le informazioni dei nostri piloti ci portavano. Abbiamo quindi spostato il range di intervento verso la direzione che ci serviva. La nuova moto partirà con regolazioni che saranno al centro della loro nuova gamma di possibilità. Il difficile sarà trovare quella che renderà la moto competitiva, scartando tutti le altre”.

Che anno è stato il 2011?

“Molto impegnativo, ma in cui abbiamo raccolto molte informazioni e seguito un programma coerente di test, che si è concluso a Valencia con il debutto della GPZero. Questa è stata una prova molto importante che ci ha permetto di definire gli obiettivi di progettazione della moto che stiamo assemblando in questi giorni e che porteremo a Sepang. I nostri piloti in Malesia avranno a disposizione anche la GPZero per fare le dovute comparazioni”.

In pochi mesi avete stravolto un intero progetto, non c’è la paura di avere fatto le cose troppo in fretta?

“Quella che ci accingiamo ad affrontare è una sfida molto impegnativa. Dal concept di una moto per arrivare alla prima gara di solito passano 2 anni, il nostro sarà invece un percorso a tappe forzate che siamo fiduciosi di percorrere con successo. È una scelta coraggiosa ma non impossibile e la Ducati ha già dimostrato di potercela fare”.

Quella che vedremo a Sepang sarà una moto laboratorio?

“No, io mi aspetto che questa sia la moto base, poi introdurremo sicuramente delle novità nel corso della stagione che però non la stravolgeranno. Durante i test invernali dovremo definire una base solida per non usare le gare come test come successo l’anno scorso. Da questo punto di vista il regolamento ci darà una mano, permettendoci alcune giornate supplementari di prove con i piloti ufficiali”.

La nuova moto sarà già a disposizione dei team satelliti o inizieranno la stagione con la GPZero?

“Come da nostra filosofia, ai piloti del team satellite forniremo la moto di cui siamo sicuri del corretto funzionamento, quindi inizieranno la stagione con la GPZero, anche se con alcune modifiche”.

La prossima settimana Franco Battaini e Carlos Checa saranno a Jerez, con quale moto?

“Proveranno quello che sarà più interessante”.

UN TELAIO ALLA GIAPPONESE

La novità più eclatante sarà il nuovo telaio che significa lottare sullo stesso campo dei giapponesi, non li temi?

“Sappiamo che i nostri avversari hanno grande esperienza, pluridecennale nel caso del telaio perimetrale che per noi invece è una novità. Partono da una situazione di vantaggio e sicuramente hanno lavorato molto sulle mille. Il punto è che non basta fare bene il proprio lavoro, ma farlo meglio degli altri, soprattutto se gli altri sono Honda e Yamaha”.

Dal punto di vista ciclistico ci dobbiamo aspettare ulteriori novità a breve?

“Stiamo già lavorando per sviluppi futuri che introdurremo in alcuni casi già nei test invernali a Jerez e in altri nelle prime gare”.

Perché non avete continuato con il carbonio?

"Come abbiamo visto, non c’è una grande differenza fra i due materiali, la scelta fra i due dipende dagli obiettivi che ci si prefigge e anche dalle forme che si vogliono realizzare, in questo momento, visto anche il regolamento, l’alluminio è la soluzione migliore”.

Questo significa che potremo di nuovo vedere in MotoGP una Ducati con motore portante?

“Non lo escludo, ma sicuramente non nella prossima stagione”.

SUL MOTORE NESSUNA RIVELAZIONE

Com’è cambiato il motore? Si parla di un diverso posizionamento e si ipotizza una V fra i cilindri più stretti.

“Sull’angolo della V manterremo il segreto, come fanno anche le altre Case. Per quanto riguarda il posizionamento, il nuovo telaio ci permetterà maggiore libertà e il propulsore è stato spostato nella posizione che abbiamo ritenuto più opportuna”.

Sei soddisfatto delle prestazioni del nuovo motore 1000?

“La potenza sarà abbastanza, del resto già con l’800 in molti circuiti riuscivamo a usare tutta la potenza solo in rettilineo. Più che la potenza è la coppia a cambiare soprattutto”.

Sarà un motore più morbido, più guidabile?

“Un motore 1000 con un alesaggio identico all’800 per sua natura ha una guidabilità maggiore, anche se oggi questo aspetto deriva soprattutto dalla gestione di base dei motori, a monte dei controlli di trazione, e in questo la tecnologia è abbastanza traslabile fra le due cilindrate. Questo è un campo su cui ci stiamo impegnando molto e su cui avremo delle novità già a Sepang”.

TANTE MOTO, UNA SOLA GOMMA

Quanto hanno influito i pneumatici sulle vostre prestazioni?

“Sicuramente il pneumatico in un campionato con un unico fornitore è un elemento molto importante perché stravolge la progettazione. Una volta si parlava col costruttore e si sceglieva quale pneumatico fosse il migliore per una certa moto, ora invece il pneumatico è un dato di fatto e bisogna costruirci intorno la moto. Quando poi si è di fronte a un prodotto molto particolare, come nel caso della Bridgestone, anche la progettazione diventa molto particolare”.

Non servirebbe un maggiore collegamento fra le Case e la Bridgestone?

“Questa è un’interazion importante e penso che in questo senso Ezpeleta abbia fatto un’ottima scelta affidandosi a Capirossi nel ruolo di consulente. Loris è un pilota che conosce perfettamente le MotoGP e le Bridgestone e penso possa essere un elemento importante per indirizzare lo sviluppo verso una direzione consona per il nostro campionato. Già si vedono i primi risultati, con una Bridgestone reattiva come non mai e a Sepang vedremo qualcosa di nuovo e interessante”.

Con una gomma diversa nel 2011 avreste potuto essere al vertice?

“Una gomma radicalmente diversa produce risultati radicalmente diversi, bisogna poi vedere in quale direzione. La Bridgestone non sta facendo gomme diverse per la situazione della Ducati, ma per le richieste fatte da tutti i piloti e Loris si sta muovendo nel senso dell’aumento della sicurezza e dello spettacolo”.

I PILOTI FANNO LA DIFFERENZA

Non vi aspettavate qualcosa di più dall’arrivo di Rossi in Ducati?

“Non pensavamo che Valentino risolvesse tutti i problemi appena salito sulla moto, ma che con la sua esperienza ci potesse fornire una serie di informazioni importanti per fare una moto più competitiva. Sotto questo aspetto, comunque andrà a finire questa sfida, penso che il bilancio sia già positivo”.

Però quella di quest’anno sarà la prima Ducati di Valentino, sviluppata da lui.

“Non credo che questa sarà la moto di Valentino, questa definizione è più mediatica che reale. Lui stesso ha detto che sono i progettisti a decidere come fare la moto in base alle sue informazioni. La nuova moto sarà una Ducati e sarà il mezzo che noi riteniamo il migliore per i nostri due piloti. Poi dovremo confrontarci con i nostri avversari e niente è scontato, ma il nostro l’impegno non cambiarispetto agli anni scorsi”.

Il pilota fa ancora la differenza?

“Il motociclismo penso che sia uno degli sport motoristici dove il pilota ha un impatto più grande e questo lo si vede spesso dal fatto che in MotoGP non c’è una Casa che domina con tutti i suoi piloti, basta guardare i risultati di Stoner ed Elias, è un caso emblematico. Ritengo che ancora oggi il pilota faccia la differenza e non solo nella prestazione pura”.

LA NOSTRA FORZA E’ LA SQUADRA

Non hai paura che se i risultati tardassero ad arrivare la squadra rischierebbe di sfaldarsi?

“I risultati sportivi sono il miglior collante possibile, la vittoria ha molti padri e la sconfitta è orfana. In realtà non ci aspettiamo un risultato stratosferico immediato e la nostra struttura è già stata messa alla prova in questo senso. Siamo abituati a soffrire, Nicky da questo punto di vista è un esempio per tutti noi del modo in cui i risultati si ottengono tenendo duro nei momenti di difficoltà. Se abbiamo fatto un lavoro come questo è stato possibile solo grazie a un gruppo eccezionale formato dai nostri piloti, la squadra,i progettisti e gli sponsor. Sono abituato sempre a vedere il lato bello e quello di questa stagione è stato l’unità di questo gruppo, pur con prestazioni agli antipodi di quello che ci aspettavamo e penso questa sia la condizione basilare per fare qualcosa di buon in futuro”.

Ma l’importante non è vincere?

“Noi partecipiamo alle competizioni per promuovere il proprio marchio, e questo lo si fa con i risultati, ma soprattutto per incrementare le proprie conoscenze. Quest’anno ha spinto l’azienda a compiere alcune scelte importanti e interessanti dal punto di vista ingegneristico, per cui credo che oggi la Ducati come azienda valga di più dell’anno scorso, perché ha un bagaglio di informazioni molto più grande e che non hanno neanche i giapponesi. Adesso dobbiamo usare queste conoscenze per vincere”

Il distacco da Honda e Yamaha nella scorsa stagione era grande, riuscirete a colmarlo?

“Sicuramente è un gap importante e amplificato da fatto di avere scelto di sacrificare le prestazioni per effettuare delle prove durante i Gran premi, anche il fatto di avere cambiato moto nel corso della stagione non ha sicuramente aiutato. Questo gap si può ridurre grazie al lavoro che stiamo facendo, ma contemporaneamente i nostri rivali si stanno impegnando per farlo aumentare. È necessario che la qualità dei nostri sforzi sia maggiore rispetto a quella degli altri e questo non si può dare per scontato, l’importante è essere coscienti di poterlo fare e impegnarsi”.

Dal punto di vista delle scelte progettuali non avete avuto mai limiti?

"Ducati ha l’unico punto di orgoglio nel vincere, non abbiamo costrizioni di marketing nelle soluzioni tecniche".

Per il futuro prossimo Carmelo Ezpeleta vorrebbe moto che costassero al massimo un milione di euro, è possibile?

“Molto dipenderà dal regolamento che verrà stilato, è una sfida molto difficile. Da una parte è necessario ridurre i costi per ottenere una griglia ricca, dall’altra le Case sono interessate a partecipare un campionato nel quale la ricerca fornisca conoscenze all’azienda che giustifichino gli investimenti. Il punto principale è quindi trovare un regolamento che cerchi il miglior compromesso possibile fra questi due aspetti”.

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