Biaggi vince entrambe le corse del GP d'Italia e l'Aprilia infligge una cocente sconfitta alle strapotenti giapponesi. La crisi Ducati si aggrava
Monza – Il pronostico della vigilia era tutto per lui e per l'Aprilia. Le due corse sono state tutte sue e dell'Aprilia. Max Biaggi sul velocissimo circuito lombardo in cui si è disputato il Gran Premio d'Italia 2010 è stato davvero un "corsaro" capace di dominare, di correre al limite, di far impazzire la folla, di compiere una grande impresa sportiva. Non sempre è così, ma oggi non ha esposto il fianco alla minima critica. Forse anche perché lui, che è un perfezionista, si è trovato a disporre di una Aprilia praticamente perfetta: affidabile, impeccabile nella messa a punto, velocissima, anzi stratosferica, coi suoi 330 km/h in rettilineo.
Due vittorie importanti perché hanno portato il binomio italiano a tre punti dalla vetta della classifica iridata, su cui ha resistito a fatica Leon Haslam con la sua Suzuki. Il pilota inglese ha tenuto duro in una corsa che fin dall'inizio non si è dimostrata favorevole ed ha portato a casa comunque un risultato apprezzabile a differenza di Jonathan Rea, che ha gettato al vento due gare in cui avrebbe potuto puntare anche alla vittoria. Nella caduta collettiva che ha causato all'avvio di Gara-2 il pilota di Ten Kate si è procurato una distorsione alla caviglia sinistra, mentre Toseland, coinvolto nella stessa caduta, ha picchiato duramente col casco ed è stato sottoposto ad una TAC all'ospedale di Monza.
La Yamaha ha colto un bel bottino in Gara-1 e un nulla di fatto in Gara-2. La R1 si è dimostrata pronta per una grande rimonta, Toseland è una certezza e Crutchlow pure, a patto che impari a dosare la sua irruenza. Grande festa invece in casa BMW per la conquista del primo podio iridato da parte di Troy Corser. Sulla S 1000 RR in tutto l'arco del GP d'Italia si è posto in evidenza anche Ruben Xaus, facendo svanire i dubbi che ultimamente aleggiavano sul suo effettivo potenziale all'interno del team di Monaco. La sorpresa più grande a Monza è comunque arrivata dalla Kawasaki, finalmente inseritasi con Sykes – in attesa del pieno recupero di Vermeulen – nella rosa delle moto più competitive. Si rivelerà un fenomeno limitato a questo circuito tanto veloce? La Casa di Akashi è chiamata a confermare questa sua prestazione fin dal prossimo Gran Premio.
Nota dolente invece sulla Ducati, che torna a Bologna dopo aver concluso uno degli eventi più disastrosi della sua lunga carriera in Superbike. Certamente il circuito l'ha penalizzata, favorendo lo sfogo delle superiori potenze delle moto a quattro cilindri, ma altrettanto certo è che i problemi che affliggono il reparto corse di Borgo Panigale sono ben altri e probabilmente si sommano coinvolgendo il team e i piloti. Un Haga che è l'ombra del campione a tutti noto, e un Fabrizio che probabilmente avrebbe potuto fare di più, soprattutto evitando di stendersi all'inizio di Gara-2, non hanno fatto che confermare una situazione che è estremamente grave ed esige soluzioni in tempi molto brevi.
Unico ducatista ad aver impressionato il pubblico e gli adetti ai lavori a Monza è stato Luca Scassa, che certamente dispone di una buona 1198 privata, ma che ha saputo aggiungere alle virtù della sua Desmo l'espressione del suo indiscutibile talento e una grande volontà di emergere.
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Monza – Il pronostico della vigilia era tutto per lui e per l'Aprilia. Le due corse sono state tutte sue e dell'Aprilia. Max Biaggi sul velocissimo circuito lombardo in cui si è disputato il Gran Premio d'Italia 2010 è stato davvero un "corsaro" capace di dominare, di correre al limite, di far impazzire la folla, di compiere una grande impresa sportiva. Non sempre è così, ma oggi non ha esposto il fianco alla minima critica. Forse anche perché lui, che è un perfezionista, si è trovato a disporre di una Aprilia praticamente perfetta: affidabile, impeccabile nella messa a punto, velocissima, anzi stratosferica, coi suoi 330 km/h in rettilineo.
Due vittorie importanti perché hanno portato il binomio italiano a tre punti dalla vetta della classifica iridata, su cui ha resistito a fatica Leon Haslam con la sua Suzuki. Il pilota inglese ha tenuto duro in una corsa che fin dall'inizio non si è dimostrata favorevole ed ha portato a casa comunque un risultato apprezzabile a differenza di Jonathan Rea, che ha gettato al vento due gare in cui avrebbe potuto puntare anche alla vittoria. Nella caduta collettiva che ha causato all'avvio di Gara-2 il pilota di Ten Kate si è procurato una distorsione alla caviglia sinistra, mentre Toseland, coinvolto nella stessa caduta, ha picchiato duramente col casco ed è stato sottoposto ad una TAC all'ospedale di Monza.
La Yamaha ha colto un bel bottino in Gara-1 e un nulla di fatto in Gara-2. La R1 si è dimostrata pronta per una grande rimonta, Toseland è una certezza e Crutchlow pure, a patto che impari a dosare la sua irruenza. Grande festa invece in casa BMW per la conquista del primo podio iridato da parte di Troy Corser. Sulla S 1000 RR in tutto l'arco del GP d'Italia si è posto in evidenza anche Ruben Xaus, facendo svanire i dubbi che ultimamente aleggiavano sul suo effettivo potenziale all'interno del team di Monaco. La sorpresa più grande a Monza è comunque arrivata dalla Kawasaki, finalmente inseritasi con Sykes – in attesa del pieno recupero di Vermeulen – nella rosa delle moto più competitive. Si rivelerà un fenomeno limitato a questo circuito tanto veloce? La Casa di Akashi è chiamata a confermare questa sua prestazione fin dal prossimo Gran Premio.
Nota dolente invece sulla Ducati, che torna a Bologna dopo aver concluso uno degli eventi più disastrosi della sua lunga carriera in Superbike. Certamente il circuito l'ha penalizzata, favorendo lo sfogo delle superiori potenze delle moto a quattro cilindri, ma altrettanto certo è che i problemi che affliggono il reparto corse di Borgo Panigale sono ben altri e probabilmente si sommano coinvolgendo il team e i piloti. Un Haga che è l'ombra del campione a tutti noto, e un Fabrizio che probabilmente avrebbe potuto fare di più, soprattutto evitando di stendersi all'inizio di Gara-2, non hanno fatto che confermare una situazione che è estremamente grave ed esige soluzioni in tempi molto brevi.
Unico ducatista ad aver impressionato il pubblico e gli adetti ai lavori a Monza è stato Luca Scassa, che certamente dispone di una buona 1198 privata, ma che ha saputo aggiungere alle virtù della sua Desmo l'espressione del suo indiscutibile talento e una grande volontà di emergere.
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