La Tribù delle 2 ruote
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Marco Melandri: anatomia di un campione incompiuto

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Marco Melandri ha compiuto 30 anni ad agosto e possiamo dire che l’età dell’innocenza per lui è definitivamente terminata. Quest’anno è stato il pilota del Mondiale Superbike che ha totalizzato più vittorie (6 contro le 5 del Campione Max Biaggi), ma che nella seconda parte della stagione ha “baciato” l’asfalto con troppa assiduità, riuscendo a farsi sorpassare in classifica dal britannico Sykes che per un soffio non ha realizzato il classico detto “tra i due litiganti il terzo gode”…

Ricordo quando nel settembre 2010 lo incontrai nei paddock del circuito di Fermo (si stava festeggiando il quarto mondiale MX di Cairoli) e gli chiesi “perché te ne vai in Superbike?”. “Perché sono stanco di non vincere.” Limpido, onesto, cristallino.

2011, stagione di esordio con Yamaha: fin da subito ottimi risultati e un primo posto centrato già nella seconda gara in UK. Purtroppo per lui quello fu l’anno di Carlos Checa e della sua Ducati e il Macio si “accontentò” di un promettente secondo posto in classifica generale, frutto di 4 vittorie e ben 14 podi.

2012, BMW: parte piano, c’è poco feeling con la moto tedesca. Tanti problemi di chattering e solo un podio nelle prime 4 gare: la S1000RR non è una moto facile, Marco ha pazienza, lavora tanto col team e a Donington la svolta.

Vittoria in gara 1, poi il primo e secondo posto di Salt Lake City, la grande doppietta di Brno fino alla “rivoluzione russa” quando con il doppio podio di Mosca il “Macio” conquistò la leadership della classifica scalzando Biaggi.

Sembrava fosse il suo anno. Poi il baratro. Al Nurburgring doppia caduta, di cui la seconda in rettilineo: “Nella seconda gara, sinceramente, non so cosa sia successo. Ero in testa, ero a posto, poi ad un certo punto ero in pieno rettilineo e ho perso l’anteriore. Tutto molto strano. Adesso voglio ricaricare le batterie per tornare a giocarmela in Portogallo”

Invece a Portimao, in gara 1, tenta di sorpassare Biaggi, scivola e si becca la moto nella schiena. Tanta paura, ma per fortuna niente di grave: “In Germania attaccavo ed ho sbagliato. Qua volevo aspettare ed ho sbagliato ancora. Credo proprio non sia il mio anno ma non mollo!”

E il resto è storia. A Magny Cours non molla e in gara 1 centra il secondo posto, ma sente che ormai il mondiale è andato: “In Gara 2, per vincere il titolo e rimontare su Biaggi servirebbe un miracolo, soprattutto con le condizioni climatiche così incerte. Per me non cambia nulla, se qualcuno nn lo butta via sarà difficile vincerlo.”

Ritiro in gara 2 e fine dei giochi. Onore a Marco per aver contribuito a regalarci una stagione da cardiopalma e che prima di andare in vacanza dice incorona Sykes vincitore “morale” della stagione e promette che “Il 2013 sarà un anno da vivere, da seguire e sarà spaziale!!!”

Non lo so. Chi è Marco Melandri? Un grande pilota, un gladiatore che non molla mai, un atleta di talento colpito troppe volte dalla sfortuna o un guascone tutto manico e poca strategia, un rider puro destinato a rimanere un campione incompiuto? Chiedo l’aiuto del pubblico.

http://www.latribudelle2ruote.it/

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