Un inizio di stagione più difficile del previsto per Valentino Rossi e Jeremy Burgess. Problemi di adattamento alla Ducati Desmosedici di Borgo Panigale, ma non solo. A parlare di questo e molto altro è lo stesso capo meccanico del fuoriclasse di Tavullia, intervistato dall’ex pilota Daryl Beattie per il canale australiano One HD.
“L’infortunio di Valentino non è stato sicuramente il miglior modo per cominciare” - ha dichiarato l’ex spalla destra di Mick Doohan - “La moto è stata ultimata alla fine dello scorso anno e nella prima di Qatar credo che molto abbia fatto il non aver avuto un pilota nel pieno della forma fisica. Ma è andata come è andata, ora cominciamo a vedere i primi progressi grazie ai miglioramenti fisici di Valentino, giunti dopo la pausa di Estoril”.
“La sessione di test post Portogallo ci ha dato quello che volevamo in entrambi i reparti, il telaio ed il motore. Rimaniamo comunque sempre in cerca di ulteriori miglioramenti, perchè a ben vedere, quello è stato solo il primo test e siamo ancora un po’ indietro rispetto al programma. Probabilmente passeremo l’inizio della stagione ad inseguire, ma arriverà il nostro momento. Abbiamo lavorato molto sull’elettronica e sia il telaio che il motore hanno dato riscontri positivi durante la sessione di test. Ora basterà continuare su questa strada, raccogliendo sempre più vantaggio fino ad arrivare davanti.”
Critiche e polemiche ad inizio stagione sulla moto che Rossi ha ereditato da Stoner. Secondo Valentino la Desmosedici era stata sviluppata in maniera non proprio eccelsa dal suo rivale. Secondo Casey, ovviamente, quella era la stessa moto con la quale aveva vinto diverse gare e ottenuto pole anche nel 2010.
Burgess fa da mediatore: “Casey senza dubbio è un pilota fantastico e ha fatto un lavoro meraviglioso sulla moto, ma ci sono state troppe gare concluse senza nessun punto. A volte, e in questo caso particolare, credo che Ducati si lasci un po’ andare, nel senso che penso vadano analizzati non solo i successi, ma anche i risultati negativi. Non dovrebbero essere semplicemente catalogati come ’sfortuna’ ma bensì studiati per poter capire se qualcosa non va: proprio per questo vorremmo offrire a Valentino una moto che possa girare veloce senza spingersi però mai vicino al limite”.
“Il podio di Le Mans ci ha dato la giusta carica e l’ottimismo che ci servivano. Ci sono cose che possiamo ancora fare per crescere quest’anno, e ce ne sono molte altre che metteremo in atto per il prossimo anno. Con le 1000 in pista non credo ci sarà molta differenza su chi vincerà le gare, ma sicuramente spero di vedere Valentino nelle parti alte della classifica! Sinceramente penso che si ripeterà la stessa top5 ogni settimana”.
“Se la sfida con Ducati è la pi dura della mia carriera? Credo di no. I primi tempi con Doohan, sono stati più difficili. Honda era da parecchio che non vinceva un campionato, e nei primi anni 90 la cosa appariva parecchio fuori dal normale. Il Giappone ci metteva addosso non poca pressione. Penso di poter gestire quel tipo di sensazione meglio ora, ma ho ancora ben chiara la difficoltà di quegli anni”.
“L’infortunio di Valentino non è stato sicuramente il miglior modo per cominciare” - ha dichiarato l’ex spalla destra di Mick Doohan - “La moto è stata ultimata alla fine dello scorso anno e nella prima di Qatar credo che molto abbia fatto il non aver avuto un pilota nel pieno della forma fisica. Ma è andata come è andata, ora cominciamo a vedere i primi progressi grazie ai miglioramenti fisici di Valentino, giunti dopo la pausa di Estoril”.
“La sessione di test post Portogallo ci ha dato quello che volevamo in entrambi i reparti, il telaio ed il motore. Rimaniamo comunque sempre in cerca di ulteriori miglioramenti, perchè a ben vedere, quello è stato solo il primo test e siamo ancora un po’ indietro rispetto al programma. Probabilmente passeremo l’inizio della stagione ad inseguire, ma arriverà il nostro momento. Abbiamo lavorato molto sull’elettronica e sia il telaio che il motore hanno dato riscontri positivi durante la sessione di test. Ora basterà continuare su questa strada, raccogliendo sempre più vantaggio fino ad arrivare davanti.”
Critiche e polemiche ad inizio stagione sulla moto che Rossi ha ereditato da Stoner. Secondo Valentino la Desmosedici era stata sviluppata in maniera non proprio eccelsa dal suo rivale. Secondo Casey, ovviamente, quella era la stessa moto con la quale aveva vinto diverse gare e ottenuto pole anche nel 2010.
Burgess fa da mediatore: “Casey senza dubbio è un pilota fantastico e ha fatto un lavoro meraviglioso sulla moto, ma ci sono state troppe gare concluse senza nessun punto. A volte, e in questo caso particolare, credo che Ducati si lasci un po’ andare, nel senso che penso vadano analizzati non solo i successi, ma anche i risultati negativi. Non dovrebbero essere semplicemente catalogati come ’sfortuna’ ma bensì studiati per poter capire se qualcosa non va: proprio per questo vorremmo offrire a Valentino una moto che possa girare veloce senza spingersi però mai vicino al limite”.
“Il podio di Le Mans ci ha dato la giusta carica e l’ottimismo che ci servivano. Ci sono cose che possiamo ancora fare per crescere quest’anno, e ce ne sono molte altre che metteremo in atto per il prossimo anno. Con le 1000 in pista non credo ci sarà molta differenza su chi vincerà le gare, ma sicuramente spero di vedere Valentino nelle parti alte della classifica! Sinceramente penso che si ripeterà la stessa top5 ogni settimana”.
“Se la sfida con Ducati è la pi dura della mia carriera? Credo di no. I primi tempi con Doohan, sono stati più difficili. Honda era da parecchio che non vinceva un campionato, e nei primi anni 90 la cosa appariva parecchio fuori dal normale. Il Giappone ci metteva addosso non poca pressione. Penso di poter gestire quel tipo di sensazione meglio ora, ma ho ancora ben chiara la difficoltà di quegli anni”.