Alla vigilia della gara spagnola il pilota del team Gresini è al centro della bufera e ora arrivano anche le minacce… di morte
Siamo arrivati alle minacce di morte. Espresse attraverso la rete e indirizzate a Marco Simoncelli che, ovviamente, parte un "po' agitato" per Barcellona, guardato a vista da chi di dovere, ma andiamo con ordine.
Giovedì scorso, attraverso il sito della squadra, sono arrivate dalla Spagna, con tanto di finta rivendicazione, minacce al pilota italiano, e spinte dalle polemiche susseguenti l'incidente di Le Mans tra Marco e Dani Pedrosa.
Il team manager Fausto Gresini ha cercato di mantenere la massima segretezza, tanto che il pilota è stato avvisato solo domenica.
Fausto è ovviamente scosso: "Non me l'aspettavo proprio e abbiamo cercato di tenere tutto segreto, avvisando naturalmente la Polizia italiana, l'Interpol e adesso anche quella spagnola. Purtroppo qualcosa si è saputo ed è uscita la notizia (comunicato ANSA), ma si tratta di una cosa assurda e grave. Certo, potrebbe trattarsi di un mitomane e spero che sia così. In ogni caso sono state prese tutte le precauzioni del caso. Non ci voleva proprio alla vigilia di una gara".
Una cosa del genere capitò anni fa a Valentino Rossi che ricevette minacce di morte da un gruppo terroristico, aspetto che è da escludere in questo caso, ma resta il fatto che minacce di morte e sport non possono convivere. Marco è stato oggetto di un trattamento pesante da parte dei colleghi, della Direzione Gara (che lo incontrerà ufficialmente durante il GP) e ora è minacciato di morte. Serve un intervento deciso dei vertici della MotoGP, Ezpeleta e Ippolito, ad esempio, anche nei confronti di chi ha indubbiamente contribuito con dichiarazioni molto pesanti a infiammare gli animi. Un nome su tutti, quello di Alberto Puig, manager di Pedrosa, che dopo la gara di Le Mans ha sparato parole pesantissime nei confronti di Marco.
Il pilota, a proposito, è in località sicura e arriverà, scortato, domani e Barcellona.
Siamo arrivati alle minacce di morte. Espresse attraverso la rete e indirizzate a Marco Simoncelli che, ovviamente, parte un "po' agitato" per Barcellona, guardato a vista da chi di dovere, ma andiamo con ordine.
Giovedì scorso, attraverso il sito della squadra, sono arrivate dalla Spagna, con tanto di finta rivendicazione, minacce al pilota italiano, e spinte dalle polemiche susseguenti l'incidente di Le Mans tra Marco e Dani Pedrosa.
Il team manager Fausto Gresini ha cercato di mantenere la massima segretezza, tanto che il pilota è stato avvisato solo domenica.
Fausto è ovviamente scosso: "Non me l'aspettavo proprio e abbiamo cercato di tenere tutto segreto, avvisando naturalmente la Polizia italiana, l'Interpol e adesso anche quella spagnola. Purtroppo qualcosa si è saputo ed è uscita la notizia (comunicato ANSA), ma si tratta di una cosa assurda e grave. Certo, potrebbe trattarsi di un mitomane e spero che sia così. In ogni caso sono state prese tutte le precauzioni del caso. Non ci voleva proprio alla vigilia di una gara".
Una cosa del genere capitò anni fa a Valentino Rossi che ricevette minacce di morte da un gruppo terroristico, aspetto che è da escludere in questo caso, ma resta il fatto che minacce di morte e sport non possono convivere. Marco è stato oggetto di un trattamento pesante da parte dei colleghi, della Direzione Gara (che lo incontrerà ufficialmente durante il GP) e ora è minacciato di morte. Serve un intervento deciso dei vertici della MotoGP, Ezpeleta e Ippolito, ad esempio, anche nei confronti di chi ha indubbiamente contribuito con dichiarazioni molto pesanti a infiammare gli animi. Un nome su tutti, quello di Alberto Puig, manager di Pedrosa, che dopo la gara di Le Mans ha sparato parole pesantissime nei confronti di Marco.
Il pilota, a proposito, è in località sicura e arriverà, scortato, domani e Barcellona.