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MotoGP in USA: un assaggio di 2013

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1MotoGP in USA: un assaggio di 2013 Empty MotoGP in USA: un assaggio di 2013 Lun Lug 23, 2012 2:55 am

Penna

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A Laguna Seca, tra quattro giorni, inizierà la seconda parte della stagione MotoGP con Jorge Lorenzo al comando della classifica. I 185 punti conquistati fino a oggi, permettono al maiorchino di guardare da 19 lunghezze di vantaggio il più diretto avversario, Pedrosa, e da 37 Stoner, protagonista di due errori fatali negli ultimi GP.

La classifica marche riflette quella piloti, con Yamaha in testa con 201 punti, seguita da Honda a 196, mentre Ducati è ferma a 96. La M1 si è dimostrata la moto più competitiva nelle prime 9 gare del 2012, l’unica a essere salita sul podio anche in versione “satellite” (4 volte con Dovizioso) e le avversarie stanno correndo ai ripari per ricucire il gap.

HONDA ANTICIPA IL 2013 – A Tokyo non sono certo stati con le mani in mano e per risolvere i problemi di chattering, registrati sin dal debutto della RC213V e amplificatisi con la nuova gomma anteriore portata da Bridgestone, e al Mugello hanno già fatto debuttare le evoluzioni previste per il prossimo anno. Esternamente il modello attuale e quello del futuro sono indistinguibili, se non per una saldatura diversa sul trave superiore del telaio, ma Shuhei Nakamoto, numero 1 HRC sulle piste, ha garantito che le novità ci sono. Il telaio è stato modificato (è già il terzo provato dai piloti ufficiali quest’anno) e così pure il motore. Pedrosa ha promosso le modifiche anche se ha potuto fare pochi giri nei test italiani, causa una caduta, sulla nuova moto e la vorrebbe già negli USA. Più critico Stoner, che non ha percepito miglioramenti immediati né alla ciclistica né al propulsore.

Non si sa ancora se Honda utilizzerà i nuovi componenti già a Laguna Seca, ma è probabile che i desideri dello spagnolo possano venire ascoltati, in fin dei conti sarà lui nel 2013 a guidare questa moto, con l’australiano già deciso per il ritiro. La Casa dell’ala dorata sta comunque, ancora una volta, dimostrando una “potenza di fuoco” sconosciuta a tutti gli avversari, mettendo in campo risorse tecniche ed economiche uniche. Il campionato non è ancora dato per perso e i loro sforzi lo confermano.

DUCATI: ALLEGRO MA NON TROPPO – Il Davide di Borgo Panigale non può mettere in campo le stesse forze del Golia giapponese, ma gli ingegneri stanno continuando il lavoro di sviluppo della GP12. Fino a poche settimane fa, sembrava che in California avrebbe debuttato una moto molto evoluta, ma bisognerà ancora aspettare. La parola d’ordine è guidabilità, i cavalli non mancano, e per questo arriverà un nuovo motore (il 4° in perfetta linea coi piani) che sarà gestito da una nuova elettronica e che sarà predisposto per montare nuovi componenti. Anche la nuova elettronica va nella strada di un addolcimento del carattere della D16, con inedite strategie. Anche in questo caso si tratta di un’anticipazione del progetto 2013. “Siamo solo al 20% del pacchetto completo, aspettiamo l’altro 80” ha sottolineato Valentino.

Perché arrivi, si lavora anche sulla ciclistica, il serbatoio è stato ridisegnato e le masse accentrate, ma queste modifiche sembra non verranno adottate in gara presto, forse faranno il loro debutto solo a fine stagione, dopo i test di Misano, a metà settembre. Anche il telaio è un sorvegliato speciale e Preziosi ha confermato che i progettisti sono al lavoro per modificarlo. Quando? È questo l’interrogativo per Ducati, il tempo gioca contro quando le risorse umane non sono ai livelli della concorrenza. In questo una grande aiuto potrebbe darlo Audi, ma per il momento è ancora troppo presto per sapere quando e se i tedeschi decideranno di pigiare sull’acceleratore.

YAMAHA, OCCHIO AL MOTORE – La moto di Iwata è senza dubbio la più equilibrata del lotto, ma Lorenzo si lamenta di accelerazione e velocità massima. Per la seconda si è messa una pezza migliorando l’aerodinamica della parte anteriore della carena, ma manca ancora un po’ di spunto in uscita dalle curve lente. Dal Giappone sono arrivati due motori modificati, per i test di Barcellona e del Mugello, ma non sono bastati per la promozione da parte di Jorge.

Il propulsore non è un sorvegliato speciale solo per le prestazioni, ma anche per la durata. Con la caduta di Assen, centrato da Bautista, il maiorchino ha “buttato” un motore praticamente nuovo e adesso ai box dovranno calcolare con attenzione ogni mossa per finire la stagione stando nei limiti delle sei unità concesse dal regolamento. Ci dovrebbero riuscire, ma basterebbe un altro imprevisto per costringere Lorenzo a partire dai box. Allora, meglio impiegare modifiche solo quando si è completamente certi di miglioramenti e affidabilità, o lo scotto da pagare sarebbe troppo alto.

Nell’equilibrio uomo-macchina, in questo momento la bilancia sembra pendere nella seconda direzione.

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