Naked e semicarenata, le nuove attese quattrocilindri ottocento di Iwata seppur somiglianti nel design hanno due stili di guida differenti. Arriveranno a 8390 euro la FZ8 mentre per la Fazer8 il prezzo sale a 8890, entrambi chiavi in mano.
Yamaha FZ1, FZ8... sempre la stessa moto? No, non proprio. Anzi, per nulla. Il family feeling con la sorella mille è forte, ma guardandola con po' più di attenzione (soprattutto la Fazer 8) ci si rende conto che il lavoro svolto dalla casa di Iwata è certosino.
Andiamo con ordine. La posizione in sella è più comoda sulle "8" grazie alle modifiche apportate al serbatoio - più svasato sui fianchi - e alle pedane che ora sono più basse e arretrate così da permettere una guida più "sulle gambe".
Cambia anche il manubrio, simile nelle forme a quello della XJ6 ma più aperto, il che garantisce una leva maggiore e più facilità nel gestire la moto nel misto.
Dalla "mille" la FZ8 e la Fazer ereditano solo le pinze freno (i dischi sono più piccoli), il telaio a doppio trave e l'imponente forcellone, entrambi in alluminio, mentre tutte le sovrastrutture (esclusi i comandi elettrici e la strumentazione) sono stati rimaneggiati con cura. Anche il codino è stato ridisegnato e riprende la soluzione del faro "sdoppiato", mentre la presenza o meno delle maniglie è un elemento distintivo tra la nuda e la semi careneta.
Proprio quest'ultima, la Fazer 8, è quella che ha subito maggiori interventi, soprattutto alla mezza carena che ha linee più moderne e filanti, con vistose canalizzazioni per l'aria, soluzione ripresa dalle supersportive di Casa allo scopo di dissipare meglio il calore proveniente dal motore.
Non fatevi ingannare dal nome, il quattro cilindri delle nuove Yamaha non è quello della "mille" ridotto, ma prende come base quello della R1 2008, con tutta la parte superiore nuova.
Interessante la soluzione adottata per l'aspirazione, con condotti dalla lunghezza differente tra i cilindri esterni (lunghi 150 mm) e quelli interni (lunghi 125 mm), soluzione adottata alla ricerca di maggiore e più sfruttabile coppia ai medi regimi.
I prezzi: 8390 euro per la FZ8 e 8890 per la Fazer8, entrambi chiavi in mano.
Facilità di guida, immediatezza e gran motore. Le qualità delle due "8" si possono così sintetizzare. Su entrambe, appena saliti in sella, ci si rende conto di avere tra le mani una gran moto. Una sensazione impagabile.
La seduta è perfetta: i nuovi svasi sul serbatoio permettono di stringere meglio la moto e di non scivolare troppo in avanti, mentre le pedane così disposte permettono di imprimere forza nei tratti guidati e offrire al contempo comfort nei lunghi trasferimenti.
Il motore conquista da subito: elastico e pronto a prendere giri senza tentennamenti sin da poco sopra i mille giri, il quattro cilindri mette a disposizione del polso destro un'erogazione dolce e allo stesso tempo corposa, anche superiore rispetto a quella del riferimento della categoria, la Kawasaki Z750.
Tra i 4500 e i 5500 giri si avverte una leggera flessione - probabilmente data dall'obbligo di rispettare le normative antinquinamento - solo se si spalanca il gas di colpo, fatto che invece non si nota con un uso del comando più progressivo.
Dai 6000 giri il motore tira fuori gli artigli: il cambio di carattere è netto ma non esplosivo come accade sulle cugine della serie "R". Ed è questo il bello, perché la FZ e la Fazer 8 regalano grandi emozioni senza dover andare a pescarle agli alti regimi.
L'erogazione rimane sempre progressiva e muscolosa, tanto che anche aprendo senza esitazioni in sesta marcia, a ottomila giri, le moto rispondono con una certa verve, per poi smorzarsi poco dopo i diecimila.
Le nuove "ottocento" di Iwata non si differenziano solo per la mezza carena.
Tra le due è la Fazer - la versione carenata - a convincerci di più: per la presenza del parabrezza che protegge bene il busto, le spalle e una parte del casco, ma in particolare per il feeling di guida nel misto.
ED è proprio la mezza carena a fare la differenza: con i suoi quattro chili in più la Fazer offre un avantreno più rotondo e omogeneo rispetto alla FZ8 che, invece, risulta un pochino più "nervosa", specie nei cambi di direzione svelti, dove la Fazer è leggermente più lenta. Il merito va alla forcella, progressiva nella fase di affondo, un po' sfrenata invece nella fase di estensione, più avvertibile sulla nuda proprio per il minore carico sull'avantreno.
A parte questa piccola differenza, entrambe le Yamaha offorno un feeling esagerato sull'anteriore, molto omogeneo nella fase di scesa in piega, abbastanza rapido in inserimento di curva e incollato all'asfalto.
Più che discreto il funzionamento dell'impianto frenante, potente e modulabile. Non convince il comportamento del monoammortizzatore che, come sulle maxi FZ1 e Fazer, è rigido di molla, ma troppo sfrenato di idraulica: di fronte a una serie di avvallamenti, al posteriore si innesca una serie di ondeggiamenti che nel misto sporcano un po' l'equilibrio dinamico di entrambe le moto.
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Yamaha FZ1, FZ8... sempre la stessa moto? No, non proprio. Anzi, per nulla. Il family feeling con la sorella mille è forte, ma guardandola con po' più di attenzione (soprattutto la Fazer 8) ci si rende conto che il lavoro svolto dalla casa di Iwata è certosino.
Andiamo con ordine. La posizione in sella è più comoda sulle "8" grazie alle modifiche apportate al serbatoio - più svasato sui fianchi - e alle pedane che ora sono più basse e arretrate così da permettere una guida più "sulle gambe".
Cambia anche il manubrio, simile nelle forme a quello della XJ6 ma più aperto, il che garantisce una leva maggiore e più facilità nel gestire la moto nel misto.
Dalla "mille" la FZ8 e la Fazer ereditano solo le pinze freno (i dischi sono più piccoli), il telaio a doppio trave e l'imponente forcellone, entrambi in alluminio, mentre tutte le sovrastrutture (esclusi i comandi elettrici e la strumentazione) sono stati rimaneggiati con cura. Anche il codino è stato ridisegnato e riprende la soluzione del faro "sdoppiato", mentre la presenza o meno delle maniglie è un elemento distintivo tra la nuda e la semi careneta.
Proprio quest'ultima, la Fazer 8, è quella che ha subito maggiori interventi, soprattutto alla mezza carena che ha linee più moderne e filanti, con vistose canalizzazioni per l'aria, soluzione ripresa dalle supersportive di Casa allo scopo di dissipare meglio il calore proveniente dal motore.
Non fatevi ingannare dal nome, il quattro cilindri delle nuove Yamaha non è quello della "mille" ridotto, ma prende come base quello della R1 2008, con tutta la parte superiore nuova.
Interessante la soluzione adottata per l'aspirazione, con condotti dalla lunghezza differente tra i cilindri esterni (lunghi 150 mm) e quelli interni (lunghi 125 mm), soluzione adottata alla ricerca di maggiore e più sfruttabile coppia ai medi regimi.
I prezzi: 8390 euro per la FZ8 e 8890 per la Fazer8, entrambi chiavi in mano.
Facilità di guida, immediatezza e gran motore. Le qualità delle due "8" si possono così sintetizzare. Su entrambe, appena saliti in sella, ci si rende conto di avere tra le mani una gran moto. Una sensazione impagabile.
La seduta è perfetta: i nuovi svasi sul serbatoio permettono di stringere meglio la moto e di non scivolare troppo in avanti, mentre le pedane così disposte permettono di imprimere forza nei tratti guidati e offrire al contempo comfort nei lunghi trasferimenti.
Il motore conquista da subito: elastico e pronto a prendere giri senza tentennamenti sin da poco sopra i mille giri, il quattro cilindri mette a disposizione del polso destro un'erogazione dolce e allo stesso tempo corposa, anche superiore rispetto a quella del riferimento della categoria, la Kawasaki Z750.
Tra i 4500 e i 5500 giri si avverte una leggera flessione - probabilmente data dall'obbligo di rispettare le normative antinquinamento - solo se si spalanca il gas di colpo, fatto che invece non si nota con un uso del comando più progressivo.
Dai 6000 giri il motore tira fuori gli artigli: il cambio di carattere è netto ma non esplosivo come accade sulle cugine della serie "R". Ed è questo il bello, perché la FZ e la Fazer 8 regalano grandi emozioni senza dover andare a pescarle agli alti regimi.
L'erogazione rimane sempre progressiva e muscolosa, tanto che anche aprendo senza esitazioni in sesta marcia, a ottomila giri, le moto rispondono con una certa verve, per poi smorzarsi poco dopo i diecimila.
Le nuove "ottocento" di Iwata non si differenziano solo per la mezza carena.
Tra le due è la Fazer - la versione carenata - a convincerci di più: per la presenza del parabrezza che protegge bene il busto, le spalle e una parte del casco, ma in particolare per il feeling di guida nel misto.
ED è proprio la mezza carena a fare la differenza: con i suoi quattro chili in più la Fazer offre un avantreno più rotondo e omogeneo rispetto alla FZ8 che, invece, risulta un pochino più "nervosa", specie nei cambi di direzione svelti, dove la Fazer è leggermente più lenta. Il merito va alla forcella, progressiva nella fase di affondo, un po' sfrenata invece nella fase di estensione, più avvertibile sulla nuda proprio per il minore carico sull'avantreno.
A parte questa piccola differenza, entrambe le Yamaha offorno un feeling esagerato sull'anteriore, molto omogeneo nella fase di scesa in piega, abbastanza rapido in inserimento di curva e incollato all'asfalto.
Più che discreto il funzionamento dell'impianto frenante, potente e modulabile. Non convince il comportamento del monoammortizzatore che, come sulle maxi FZ1 e Fazer, è rigido di molla, ma troppo sfrenato di idraulica: di fronte a una serie di avvallamenti, al posteriore si innesca una serie di ondeggiamenti che nel misto sporcano un po' l'equilibrio dinamico di entrambe le moto.
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Ultima modifica di Penna il Sab Mag 15, 2010 9:05 am - modificato 2 volte.