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Battà: spiegherò a Ezpeleta cos'è la SBK

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La soddisfazione per il ritorno sulla scena è così palpabile che neanche il brutto tempo di Jerez ha fatto smarrire il sorriso a Francesco Batta. L'ultimo test prima di imbarcare le Ducati Panigale sul volo per l'Australia sta andando in fumo ma quello che conta è esserci di nuovo. L'Alstare e Batta sono tornati. Per vincere.

"Ho letto cose negative sulla Panigale ma io sono convinto che si tratti di una gran moto che ci regalerà moltissime soddisfazioni", confida il manager più carismatico della Superbike.

La domanda: è quanto ci vorrà?

"Meno di quanto vi aspettate. Non dico che vinceremo il Mondiale al primo colpo, ma saremo protagonisti molto presto"

Passo indietro: quant'è stata l'anno sabbatico?

"Ho passato dei brutti momenti: nell'ultima stagione con la Suzuki (il 2011, ndr) ho accusato mancati pagamenti da parte degli sponsor per circa due milioni, tra l'altro pagandoci sopra Iva e tasse. Ho dovuto liquidare la società e aprirne una nuova. Mi sono ricomprato tutto il materiale tecnico, a prezzo maggiorato. Ho pagato tutti i fornitori e tutti i dipendenti, posso andare a testa alta".

Cos'hai fatto lo scorso anno?

"Ho dato una mano a mio figlio Benjamin che sta mettendo in piedi una squadra Maserati per correre nel Superstars. Poi ho portato avanti una lunga trattativa con la MV Agusta, con la quale stavo per accordarmi per correre in Supersport con la F3. Finchè non è spuntata fuori la Ducati..."

Il contatto con la Ducati com'è nato?

"All'improvviso, all'inizio di novembre. Ero a Pergusa per la gara auto del campionato Superstars quando mi ha chiamato Ernesto Marinelli (direttore tecnico SBK, ndr) dicendomi che avevano rotto con Althea e avrebbero avuto piacere di incontrarmi. Due giorni dopo sono andato a Borgo Panigale e ci siamo accordati in un attimo".

E come hai rimesso in piedi la struttura in così poco tempo?

"Ho richiamato i tecnici fidati che erano con me fino all'anno prima Suzuki. Il cruccio è stato non per riprendere Giacomo Guidotti: purtroppo l'organizzazione tecnica che ci ha indicato la Ducati lo avrebbe costretto ad un ruolo inferiore alle capacità che ci aveva messo a disposizione da capomeccanico di Max Biaggi e poi Leon Haslam. Ma non è detto che prima o poi torni anche lui".

Parliamo del filo diretto Ducati Corse-Alstare.

"Durante la stagione le moto saranno da noi in Belgio. Alstare non è un team come gli altri, noi abbiamo una struttura tecnica imponente e possiamo occuparci dello sviluppo di parecchi particolari. E' tornato con noi Bruno Bailly (era andato in BMW, ndr) motorista di grandissima esperienza. Noi abbiamo molte idee, le porteremo avanti e le esporremo ad Ernesto Marinelli che è il capo progetto ed ovviamente ha l'ultima parola su tutto. Con noi lavoreranno in maniera permanente tre ingegneri di Ducati Corse".

In quanti siete?

"Alle gare Alstare avrà 22 persone, compreso il personale dell'hospitality. In tutto occupiamo una cinquantina di dipendenti e ho undici camion: Alstare si occupa di corse a 360°, partiamo dalla realizzazione di grafiche e adesivi fino allo sviluppo dei componenti più sofisticati. Tra l'altro gestiamo anche il Paddock Show, prima per Flammini e adesso con Dorna. A giugno migreremo in Lussemburgo, in una sede molto più grande di quella di Alleur. E anche perchè in Lussemburgo è più facile fare impresa, avremo molte agevolazioni, per le assunzioni di giovani, per esempio".

E tutto questo impegno quanto costa?

"Ho un budget di circa due milioni, gran parte dei quali assicurati da uno sponsor nuovo per la Superbike che verrà svelato nei prossimi giorni (è una società che commercia su larga scala idrocarburi, ndr). Posso anticipare che le moto saranno rosse, con parecchio bianco...".

Hai idea dei motivi per cui Ducati ha rinunciato all'Althea con cui aveva dominato il Mondiale 2011?

"Non lo so. Noi facciamo anche sviluppo e forse siamo quello di cui la Ducati aveva bisogno: gran parte del personale del reparto corse lavora per la MotoGP, Alstare è un ottimo alleato per dare impulso anche al progetto Panigale SBK".

Checa te lo sei trovato in mano, Badovini è una scommessa. Che potenziale c'è?

"Abbiamo una squadra molto ben assortita. Ayrton è bravo, aggressivo, può fare esperienza senza alcuna pressione. Carlos è molto esperto e sempre motivato. Inoltre non ha un compagno ingombrante, quindi è concentrato e responsabilizzato al massimo. E' una coppia che mi piace molto".

Batta e la Superbike vanno a braccetto da 25 anni: hai fatto il direttore del Mondiale, il team manager, il talent scout. Ma non ti sei stancato?

"Al contrario, tornare mi ha fatto rinascere. Mi occupo del progetto Alstare Ducati per 24 ore al giorno e sono carico come non mai. In effetti ho alle spalle tante belle avventure: ho portato dentro gli sponsor più grossi, come Diesel, Foxhound, Corona. Ho convinto Max Biaggi a fare la Superbike e ho fatto vincere alla Suzuki il primo Mondiale. Ma non vivo di ricordi, la prossima sfida è quella che mi esalta di più".

Dove sta andando la Superbike?

"Flammini ha fatto grandi cose ma io ho fiducia nella Dorna: su certi aspetti, come la TV, sono fortissimi e potranno dare un grande impulso".

Però Ezpeleta vuole moto che costano molto meno, tipo Stock. Che ne pensi?

"Carmelo non conosce ancora bene la Superbike: gli spiegherò che più limiti mettiamo, maggiori saranno i costi. Io credo che ci voglia addirittura più libertà di elaborazione: nei primi anni, parlo di fine anni '80, i tecnici avevano mano libera ma le Superbike di allora costavano pochissimo. Anche adesso parliamo di cifre abbordabili: anni fa Alstare aveva realizzato una Suzuki replica per il team Celani che costava meno di 100 mila € e girava a meno di un secondo dalle nostre GSX-R ufficiali".

Ezpeleta vuole Superbike che costino meno di 250 mila €...

"Già adesso le Superbike costano meno di questa cifra. Tutto quello che incide è il contorno: stipendi, viaggi, hospitality. E anche il noleggio delle piste, anche quando stiamo tutto il giorno fermi nel box..."

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